Sentenza n. 25318/22 delle “Sezioni Unite” della Corte di Cassazione Italiana

''Grande naturalizzazione'' può essere inteso come il periodo tra il 1889-1891 secondo il quale ha stabilito che tutti gli stranieri provenienti da qualsiasi parte del mondo e, Perciò, anche italiani, presenti in territorio brasiliano il 15/11/1889 (Proclamazione del Repubblica), otterrebbe automaticamente la “naturalizzazione” brasiliana (a meno che manifesto entro sei mesi, davanti ai loro consolati, la volontà di rimanere cittadini di il tuo paese di origine).

Da che iniziò ad essere utilizzato dal Ministero dell'Interno - come argomento difensivo in cause di riconoscimento della cittadinanza italiana – la tesi della Grande Naturalizzazione generata numerose discussioni, ricorsi, sospensioni per poi giungere alla Corte di Cassazione.

Dopo lunghi tempi di attesa, la questione è stata risolta dalle Sezioni Uniti, che hanno emesso a verdetto storia, dando una nuova interpretazione ai dispositivi giuridici e quindi rimuovendo il applicabilità di detta tesi. La decisione ha consolidato l'intesa che la cittadinanza È acquisito con titolo originario – jures sanguinis. In questo modo, lo status di cittadino, a giro acquisito, è di natura permanente e imprescrittibile. È addebitabile in qualsiasi momento, con sulla base della semplice prova della condizione acquisita per nascita in quanto cittadino italiano e, per Quindi, la prova è nella linea di trasmissione.

Inoltre, ha escluso la possibilità di una tacita rinuncia alla scelta della cittadinanza italiano da quegli stranieri residenti in Brasile all'epoca intesi dal “Grande Naturalizzazione". Pertanto, la perdita della cittadinanza italiana sarebbe possibile solo attraverso un atto spontanea e volontaria, ma mai tacitamente.